Introduzione al concetto di comunità energetiche rinnovabili
Agli inizi degli anni ’70 la popolazione fu costretta ad interrogarsi su alternative sostenibili per proseguire lo sviluppo industriale.
Tematiche come l’inquinamento ambientale e la crisi energetica spinsero la ricerca verso soluzioni alternative sostenibili. Il primo Earth Day, celebrato nel 1970, diede voce ai movimenti ecologisti e contribuì a sensibilizzare l’opinione pubblica a livello globale. Negli Stati Uniti e in Europa, vennero adottate le prime leggi per limitare l’inquinamento, mentre nel 1972 il Club di Roma pubblicò il celebre rapporto “The Limits to Growth”, che metteva in guardia sull’esaurimento delle risorse naturali e sull’insostenibilità del modello di crescita lineare. In quegli anni nacquero numerose iniziative e la risposta delle organizzazioni fu positiva e crescente. Fu proprio da questo contesto, ricco di fermento e consapevolezza, che prese forma il movimento per la transizione energetica verso le fonti rinnovabili.
Nel 2000, la Germania introdusse il “Renewable Energy Act”, una legge pionieristica che incentivava la produzione di energia da fonti rinnovabili. Grazie a questo sistema, molti piccoli produttori, cittadini inclusi, iniziarono ad installare impianti fotovoltaici ed eolici, contribuendo attivamente alla transizione energetica: tra 1997 ed il 2004 la produzione di energia rinnovabile crebbe così del 7%.
Anche nel resto d’Europa i cittadini iniziarono ad organizzarsi in piccole comunità per produrre energia in modo autonomo e questo approccio portò ad una maggiore decentralizzazione della produzione e della gestione dell’energia, riducendo la dipendenza dalle grandi aziende energetiche e generando vantaggi economici a livello locale.
E’ in questo contesto che nacquero le Comunità Energetiche Rinnovabili (CER), gruppi di persone, imprese o enti che collaborano per produrre, scambiare e consumare energia da fonti rinnovabili con lo scopo di essere il più possibile autosufficienti e sostenibili.
Come si formano e quali sono i benefici di una gestione decentralizzata dell’energia
Le CER si formano quando un gruppo di persone, enti o imprese si unisce, sottoscrivendo un contratto per condividere la produzione e il consumo di energia rinnovabile.
Questo gruppo può gestire impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile localizzati nel territorio. Attraverso la condivisione e/o cessione dell’energia prodotta vengono ridotti i costi e/o generati profitti dagli incentivi.
In Italia, le CER sono oggi regolate da normative specifiche che incentivano l’autoconsumo collettivo e l’autoproduzione. La disciplina è stata inizialmente introdotta dal Decreto Milleproroghe del 2020 e, più recentemente, strutturata dal Decreto CER del 2023, che prevede tariffe incentivanti per l’energia condivisa tra i membri della comunità.
I benefici sono molteplici:
- Riduzione dei costi in bolletta, grazie all’autoproduzione e agli incentivi statali.
- Maggiore indipendenza energetica, con una minore esposizione alle fluttuazioni del mercato energetico.
- Valorizzazione delle risorse locali, sfruttando impianti di piccola taglia inseriti armoniosamente nel territorio.
- Coinvolgimento attivo dei cittadini, che da utenti passivi diventano protagonisti del cambiamento.
Il ruolo delle comunità nell’approvvigionamento energetico sostenibile ed il ritorno della condivisione sociale
Oltre agli aspetti tecnici ed economici le Comunità Energetiche introducono un cambiamento culturale profondo. Ovvero il ritorno alla condivisione e alla partecipazione attiva nella gestione di un bene comune come l’energia.
I membri di una CER non sono più semplici consumatori, ma possono diventare “prosumer” (producer + consumer), ossia produttori e consumatori allo stesso tempo di ciò che produce. Questa trasformazione stimola una maggiore consapevolezza ambientale e rafforza il tessuto sociale locale, creando nuove forme di collaborazione tra cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni.
Anche la Commissione Europea riconosce il ruolo strategico delle Comunità Energetiche per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica: la loro diffusione permette infatti di aumentare l’accettazione delle energie rinnovabili a livello locale, facilitando l’adozione di soluzioni sostenibili.
In conclusione
Le Comunità Energetiche rappresentano una delle innovazioni più promettenti per affrontare la transizione ecologica e restituire alle persone un ruolo attivo nella gestione dell’energia. Si tratta di un modello inclusivo, sostenibile e replicabile che, oltre a generare benefici ambientali, crea valore economico e sociale sul territorio.
Investire nella creazione o nel supporto di una CER significa scegliere un futuro più pulito, più equo e più partecipato.
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